Dopo il lancio dell’edizione 2023 del “Mese dell’educazione finanziaria”, il Comitato Edufin pubblica il rapporto “Educazione Finanziaria: iniziamo dalla scuola”, la raccolta dati sui temi finanziari, assicurativi e previdenziali svolta in collaborazione con Bva Doxa.
Una cosa è certa: la strada intrapresa dal disegno di legge “Competitività dei capitali”’ che vuole introdurre l’educazione finanziaria nei programmi scolastici deve essere proseguita senza indugi.
L’importanza della scuola
A volere l’educazione finanziaria sui banchi scolastici è il 90,8% degli intervistati, il 2% in più rispetto a quanto emerse nel rapporto del 2022, ed è largamente diffusa la convinzione che, anche grazie alla scuola, si potranno trarre vantaggi in termini di future scelte di risparmio, investimento, assicurative e previdenziali.
In aumento, sempre di due punti percentuali, anche la schiera di coloro che ritengono utile introdurre l’educazione finanziaria nei luoghi ricreativi come cinema e teatri, mentre rimane stazionario ma elevato (otto intervistati su 10) il numero di coloro che la vorrebbero nei luoghi di lavoro.
Il tempo trascorso
Altro fattore incoraggiante restituito dall’indagine è quello che riguarda il tempo che gli italiani trascorrono a pensare sulle questioni finanziarie personali che è mediamente 6,3 ore alla settimana ed è in aumento rispetto al report del 2022. Tra l’altro, a conferma di quanto l’educazione finanziaria sul posto di lavoro sia utile, si evidenzia che più della metà di tale tempo (3,4 ore a settimana) avviene sul luogo di lavoro.
A proposito del tempo trascorso a riflettere sui problemi legati alle finanze personale e a come risolverli, chi vi dedica tempo sono i gruppi più vulnerabili (donne, giovani, poco istruiti, redditi bassi) e in generale chi possiede un basso livello di conoscenze finanziarie.
C’è molto da fare
Purtroppo, dal report emerge anche che le conoscenze finanziarie, assicurative e previdenziali continuano a essere basse nella popolazione e meno della metà (44,3%) dei decisori economici delle famiglie italiane conosce tre concetti di base di finanza. Tale percentuale si riduce notevolmente tra coloro con redditi bassi, tra le donne e i residenti al Sud.
Permane basso (5,68 su scala 1-10) il grado di soddisfazione medio delle famiglie per la propria situazione economico-finanziaria che comunque rimane in linea con le rilevazioni degli anni precedenti (5,74 nel 2022; 5,87 nel 2021; 5,59 nel 2020) e sono le donne a essere meno soddisfatte degli uomini. Tra l’altro i livelli di soddisfazione inferiori si registrano tra gli individui con basso reddito e con livelli inferiori di istruzione.
Il “Mese dell’educazione finanziaria” che il prossimo ottobre festeggerà il sesto compleanno, così come il Comitato e la Strategia nazionale sono sempre più conosciuti tra la popolazione, specie tra i giovani a cui il Mese dedica molteplici iniziative in ambito scolastico.
Avanti con l’educazione finanziaria
Semmai ve ne fosse stato bisogno, il report ribadisce l’importanza di socializzare i concetti finanziari così da permettere a chiunque di acquisirli e comprenderli e questo, come recita la Strategia nazionale, è indispensabile “perché ciascuno possa costruire un futuro sereno e sicuro”.